venerdì 30 luglio 2010

La saggezza della folla (in piscina)




Il crowdsourcing è l'esternalizzazione alla folla. Un soggetto sottopone una questione all'attenzione di un pubblico vasto e indefinito e lascia che sia l'intelligenza collettiva a proporre/trovare le soluzioni.

Ieri sera sono stata in piscina, come d'abitudine, per l'acquagym. Era l'ultima lezione prima della pausa estiva e l'istruttore ha deciso di fare una cosa diversa dal solito, chiedendo a ciascuna di noi di decidere a turno l'esercizio da fare. Abbiamo fatto due o tre giri di esercizi "autogestiti". Una lezione di acquagym generata dagli utenti.

E' stato un esempio carino di crowdsourcing.



mercoledì 28 luglio 2010

Le ferie di agosto

Il mare ha senso solo a giugno.

A giugno c’è poca gente, fa meno caldo, è più ventilato, è più pulito, è più economico, il servizio è migliore, non c’è traffico, non ci sono i bambini, non ci sono i cani, non ci sono i ragazzini, non c’è l’animazione, non c’è la musica.

Ci sei tu e c’è il mare e i gabbiani e i pescatori e l’anguria e la focaccia e il vento e la risacca.


Però quest’anno mi tocca agosto.


Partiamo in due, al mare solo 3/4 giorni.

Mi prendo la briga di cercare un b&b.

Molti sono occupati, altri sono distanti qualche km dal mare. Altri ancora, la maggior parte, sono catapecchie che offrono camere senza bagno a 120 euro ad agosto.

Spunto la lista:

√ 90 euro, senza bagno.

√ 150 euro, bagno, sul mare.

√ 80 euro, bagno, 8.5 km dal mare.

√ 90 euro, senza colazione.

E così via.


Provo l’ultimo.

Spiego la situazione.

E’ una donna gentile dall’altra parte, leggero accento marchigiano. Ha un vero b&b perché le stanze sono in casa sua! Miracolo!

Mi dice “abbiamo una camera con il bagno privato. Poi serviamo una bella colazione, potete entrare e uscire quando volete perché la stanza è indipendente. Sì, potete usare la cucina per farvi qualcosa per pranzo, certo”.

Poi si intimidisce e mormora “costa 60 euro la camera... però, però... ecco, però siamo a 100 metri dalla spiaggia e... il mare ha la bandierina blu”.


Signora, c’è bisogno di giustificare la santità?




lunedì 26 luglio 2010

Senza parole


Oggi ho sentito via Skype un'amica che è andata in un paese lontano lontano dove ci sono animali strani e molto oceano.
Lavora nella stessa azienda per cui lavoravo io fino a un po' di tempo fa, una enorme azienda famosa in tutto il mondo, di quelle che hanno un nome prestigioso e cotillons vari.
Ne racconterò un'altra volta. Come si dice, questa è un'altra storia.

Ad ogni modo non era malaccio come lavoro e la gente era simpatica, contrariamente alle proposte economiche ed alle soluzioni contrattuali. Io e la mia amica ci divertivamo anche a pensare di essere colleghi e migliaia di km di distanza.

Così, pour parler, le ho detto che avevo cambiato lavoro e poi, curiosa, le ho chiesto quanto guadagni.
Mi ha risposto 70 euro all'ora.
A me ne volevano dare 4 lordi.

Non so bene come mi sono sentita.
Proprio non lo so.




sabato 24 luglio 2010

Ma che simpatici burloni!

Ti chiamano alle tre del pomeriggio di sabato (ed è per questo che ti farai un numero privato), ti scrivono email alle 2 di notte dal loro blackberry (e magari tu non hai i soldi nemmeno per un SMS), ti fanno andare su e giù cinque volte di fila per vedere il logo che ti hanno chiesto perché a video non rende e comunque c’è ancora qualche-piccola-modifica-da-fare.

Poi finalmente il logo va bene, sono contenti, rende, sì.

Ma il cartellone no, perché costa troppo.


E allora ti dicono che non vogliono più niente, nemmeno il logo.

Abbiamo scherzato, sembrano dirti.

Non ti paghiamo, tu capisci.


Certi clienti.

Simpatici come le zanzare.



giovedì 22 luglio 2010

La bottiglia di Pininfarina e il glossario della comunicazione

Io sono una di quelle persone che “l’acqua del rubinetto tutta la vita”: è buona, sana, controllata, sempre disponibile, non inquina, non faccio fatica a portarla a casa, costa poco.

Questo è l'insight del consumatore


Sicuramente è anche grazie al fatto che vivo in una zona in cui l’acqua è veramente ottima. L’anno scorso sono stata una paio di giorni al mare e l’acqua del rubinetto era veramente pessima, sapeva di alghe ed era unta come una melanzana grigliata.

Ringrazio, quindi, di abitare in una zona di acqua buona, con un acquedotto buono e dei tubi buoni.

In qualche modo, quindi, l’idraulicA c’entra sempre.

Questa è l'esperienza d'uso


Comunque, domenica sera sono uscita a cena per festeggiare un compleanno. Eravamo in due, in un grazioso ristorante in cima ad una collina, circondato da un giardino di statue classiche e roseti. Su tutti i tavoli, occupati da allegre coppiette impegnate in una cena romantica, c’erano rose rosse dal gambo molto lungo.

Su tutti i tavoli tranne il nostro, ovviamente, dove invece troneggiava un bocciolo di rosa messo in ammollo dentro un piccolo vaso tondeggiante.

E mi pare giusto, dato che eravamo in due, sì, ma non in coppia.

Questo è un concept store


Ordiniamo.

Antipasto della casa, suggeriscono. Poi acqua e un bicchiere di vino.

Ok, ma prima mi informo su che cosa c’è. Quindici (e dico QUINDICI) portate.

Assaggini, dicono. Mi sa che mi fermerò a quelli.

Questo è product bundling


Salumi, formaggi, creme, fichi, riso, nervetti. Va tutto bene fino ai nervetti. No, guardi, quelli meglio di no, non li porti, dico io.

In alternativa possiamo servire un antipasto di pesce, risponde il cameriere.

Meglio di no, va bene quello classico, faccio io, sentendo la bocca dello stomaco chiudersi alla sola idea.

Queste sono le preferenze del consumatore


Arriva l’acqua.

Bottiglia da un litro (un litro vero, non 75 cl), bella, ghiacciata, trasparente, un tappo blu e un’etichetta argento. E’ una bottiglia di alto design, grande rapporto qualità prezzo, disegnata da Pininfarina, ci informa il cameriere.

Accolgo la notizia con l’entusiasmo con cui allargo il tovagliolo.

Questo è promozione del brand


Arrivano le portate.

Ho pensato di portarvi due ostriche al posto dei nervetti, dice il cameriere.

Paura e panico! Guardo la persona con cui sono a cena e bisbiglio “le mangi tu, vero?

Questa è una una scelta infelice


Un’altra cameriera non sa della storia dei nervetti e ne lascia comunque un piatto sul tavolo. Io cerco di non guardare, distraendomi con uno studio dettagliato della bottiglia, quasi dovessi farne un trattato di design.

Questa è disattesa delle aspettative


Penso “Non è che se mi dite che è di Pininfarina sono più contenta di pagare 6 euro (o quanti me ne chiederete) un litro d’acqua! Io bevo l’acqua del rubinetto, diamine!”

Questo è un principio di boycott


E intanto che bevo e mi guardo attorno, realizzo che, dopo tutto non cucino tanto male.

E se aprissi un ristorante?

Questo è l'empowerment del consumatore




lunedì 19 luglio 2010

L'uscita

Quando ti trovi a guardare i conti, alla fine ti fai delle domande e cerchi di dare delle risposte per non urlare o per non farti prendere dallo sconforto o... magari dal altri pensieri.
Lo stesso succede a volte quando guardi l'agenda o quando fai il conto delle ore alla fine della settimana.
Allora pensi a tutte le ore che ti fanno perdere certi clienti, che ti fanno fare 4 volte di fila 120 km e poi non firmano e ti richiamano il giorno successivo.

E' allora che capisci che è bene mettere a budget le uscite, per ridurre i tuoi sprechi e far capire al cliente che deve prendere delle decisioni, senza prendere in giro né te né se stesso.

Far pagare le uscite. Già.
Segno.
Idraulico-Erbabrusca: uno a zero.



sabato 17 luglio 2010

Punti di vista

Alcuni giorni fa stata da un cliente a presentare una ricerca che sarà il punto di partenza per un altro lavoro di redazione. Siamo in due, dall’agenzia.
Tiro fuori il portatile, il mio (lievemente scassato) MacBook bianco.
La linea basic, comprato nel 2008, per intenderci.
800 euro nuovo, sempre per intenderci.
Ci lavoro 10 ore al giorno, ancora per intenderci.
Faccio partire il keynote.
Lui mi dice, per fare il brillante: “avete computer troppo belli, guadagnate troppo, vi devo tirare giù il prezzo”.
Io gli tiro un sorriso e un improperio muto, l’occhio mi cade sull’iphone che ha in mano.
Gli rispondo “è personale e uno strumento di lavoro”.
Ma penso “lo sai che il mio computer usato costa meno del tuo smartphone?”

La ricerca gli piace, è interessante, condivide, trova spunti utili. Sì, va bene, va bene, procediamo.
Ma non firma il contratto. E’ troppo caro, deve rifletterci e fare la controproposta economica.
Incassiamo (per modo di dire), con un sospiro di sconcerto.

La creatività va bene, va bene, sì, ottimo. Ma no, per quel pannello con l’insegna... troppo caro, abbassiamo. Segna lui, di suo pugno, il prezzo che vuole sul documento.
Incassiamo, mordendoci la lingua per non alzare le mani.

E per l’altra campagna deve ancora rifletterci.
E’ un tipo molto riflessivo visto che è la terza volta che andiamo ed ha avuto un mese e mezzo per pensarci.
Incassiamo per l’ennesima volta.

Poi parla di un suo prodotto, una cosa che costa un po’ di più rispetto alla concorrenza, ma la qualità è migliore, dura, funziona. Sì.
E poi guarda il catalogo di un negozio, legge che praticano sconti del 15%. Commenta “però! Bei ricarichi che fanno per fare uno sconto del 15%! Lo sapevo io che avevo sbagliato mestiere”.

Io lo guardo, tiro un altro sorriso, gli riguardo l’iphone che intanto ha iniziato a vibrare.
Rispondo “io avrei dovuto fare l’idraulico”.
Almeno incasserei.


venerdì 16 luglio 2010

Perché qui

Ore di preparativi
Sempre qualcosa che manca
Giorni di lavoro e poi un "no, ho cambiato idea e non firmo il contratto"
Progettare, gestire i fornitori
Contattare le persone
Assicurarsi che vengano
Ricontattare le persone
Gestire i giornalisti
Prevedere le crisi
Tenere bassi i costi
Inventarsi nuovi modelli di business
Sedare e liti
Fare ore di strada per poi sapere che il cliente con cui avevi appuntamento è in vacanza
Allestire e riempirsi di polvere
Cambiarsi e presentare l'evento,
Smontare e ri-riempirsi di polvere
Tutti che si divertono a qualche manifestazione, freschi come delle rose, fino a tardi
E tu che sei lì da 6 ore prima di loro e resterai altre 6 dopo che loro se ne saranno andati.

Studiare più di vent'anni, sapere di economia, statistica, diritto, sociologia, management... e vedere il proprio lavoro messo da parte a favore del bozzetto sconclusionato del figlio-di-qualcuno che fa l'artistico.

Non dire per chi si lavora, quasi si fosse dei criminali, perché "se no vengono tutti a chiedere lavoro per i loro parenti".
Sgobbare giorni e giorni e proporre un'idea dirompente e geniale che poi, ovviamente, sarà attribuita a qualcun altro che riceverà tanti soldi e tu solo una stretta di mano e nemmeno un grazie.

Sentirsi proporre contratti da 3 euro lordi all'ora
Affrontare clienti che sempre e comunque abbasseranno il prezzo
Che tanto cosa ci vuole a fare quel lavoro...
Cercare di far capire che il progetto assegnato oggi non può essere pronto per ieri
E nemmeno per domani.

Arrivare a sera stravolti, dopo 16 ore di lavoro, e sentirsi dire dagli altri "sei così asociale, perché non esci?"

Sentirsi dire che "tanto tu lavori nella comunicazione, è una pacchia, tutto pranzi, sorrisi e strette di mano".
Tanto, comunque, se c'è una festa alla fine di qualche progetto, tu sarai sempre troppo stanco per andarci e si divertirà il tuo collega che non ha nemmeno idea di quale sia il nome del cliente.

Questo blog è uno sfogo, il luogo dove raccontare la verità sul mondo della comunicazione e sfatare i suoi falsi miti.


Séguela non voleva dire a sua madre di essere un pubblicitario perché lei lo credeva pianista in un bordello.
Io un'altra volta faccio l'idraulico.